“La pietra spaccata”, dalla traduzione letterale del toponimo, è facilmente visibile grazie alla sua posizione: spicca isolata a 208 metri di altitudine nella S.S. 442 che collega Morgongiori a Uras.
Dal punto di vista geologico, si tratta di un macigno di origine vulcanica, forse un masso erratico o un affioramento lavico sottomarino. Di forma rotondeggiante, alta 2 mt e con una circonferenza di circa 7 mt, si presenta con una evidente fenditura mediana nella quale ha trovato rifugio un pungitopo (Ruscus aculeatus). Questa impressionante meraviglia della natura, così come la vediamo oggi, è il frutto del lento lavoro degli agenti atmosferici. Attraverso processi chimici e fisici la superficie della roccia è stata esfoliata, strato dopo strato come una cipolla. Questo processo ha portato all’arrotondamento del blocco di basalto. La spaccatura centrale molto probabilmente si è creata a causa di una forte alternanza tra clima caldo e freddo. Le differenze di temperatura (con forti escursioni termiche) hanno fatto contrarre ed espandere i minerali che compongono la roccia causandone a lungo andare la fratturazione.
La fantasia popolare ha creato attorno a Sa perda sperrada la leggenda de “Su procu de Luxia Arrabiosa”, personaggio ispirato alla leggendaria donna che, impegnata nella faticosa ricerca dei figli scomparsi nell’altopiano di Prabanta (tra Morgongiori e Pompu), in preda all’ira avrebbe sferrato un calcio a un maiale (Su procu), dividendolo in due parti e pietrificandolo.
Una variante del suddetto racconto narra invece che il maiale di Luxia Arrabiosa sarebbe stato colpito da un fulmine.