La falesia montana de Su Columbariu rappresenta il principale accesso meridionale per chi si accinge a raggiungere il cuore del Monte Arci.
Il sito si raggiunge facilmente percorrendo la strada sterrata che si origina all’incrocio con la SS 442 in corrispondenza dal monumento geologico di “Sa Perda Sperrada”. Dopo aver risalito per 1,5 km la valle di Sa Gora de Tappoi si raggiunge la base della spettacolare parete vulcanica di Su Colombariu. Qui, in corrispondenza di un pioppo nero (Populus nigra) sgorga l’omonima sorgente detta appunto Mitza de su Colombariu.
Questo vertiginoso costone, che in alcuni tratti sfiora i 100 m di altezza, è costellato di grotte, pertugi e nicchie di ogni dimensione e forma: sono i cosiddetti tafoni, tipiche rocce trachitiche, erose e modellate dagli agenti meteorici.
Nel Neolitico fu, forse, favorevole riparo per i pionieri del Monte Arci, ma di sicuro sono ancora indispensabili habitat per animali e piante che qui trovano sicuro rifugio.
In questo habitat riescono a vegetare specie tipicamente rupicole che hanno saputo adattare la loro vita a estreme condizioni climatiche, capaci di resistere ai forti venti, proibitive carenze d’acqua e temperature elevate. Le principali specie vegetali sono: il fico d’india, la borracina azzurra e l’endemica ginestra sardo-corsa.
Superata la sorgente, percorrendo una ripida e tortuosa strada si arriva all’altopiano di Campuanni dove si può ammirare uno straordinario paesaggio che si estende sino al Golfo di Oristano.
Nella salita verso Campuanni, che raggiunge i 450 m slm, interessante e da non perdere è una scivolata in Su Caba Caba, roccia con scivolo naturale, imperdibile occasione di svago per i bambini e ragazzi di Masullas, che per secoli si recavano sull’altopiano basaltico a far legna.